Amministrazione comunale, biblioteche, case editrici, librerie, autori, operatori culturali, scuole e università, imprese private, associazioni culturali e di volontariato, privati cittadini, si troveranno per festeggiare tutti insieme la nascita del “Patto di Trieste per la lettura”.
Gli aderenti saranno invitati ad apporre ufficialmente la propria firma dopo il sindaco Roberto Dipiazza, in presenza dell’assessore alla cultura, sport, giovani e servizi finanziari Giorgio Rossi e del Direttore del Servizio Musei e Biblioteche comunali, Laura Carlini Fanfogna.
La nascita sarà accompagnata dalle madrine Hélène e Sabina Stavro per Editoriale Scienza, Orietta Fatucci e Gaia Stock per “Edizioni EL” - “Emme Edizioni”- Einaudi Ragazzi e Joanna Dillner di Bohem Press in rappresentanza della numerose case editrici di qualità presenti sul territorio e dal padrino Giorgio Cescutti ideatore e proprietario di Libribelli che testimonierà le numerose iniziative che sperimentano in città nuovi modo di avvicinarsi alla lettura, nel caso di Libreibelli, basato sul dono e la condivisione.
Le istituzioni saranno le prime firmatarie del Patto per la Lettura seguite, in un’ottica partecipativa e inclusiva, da tutti coloro che amano il libro e la lettura e vogliono sostenerne la diffusione.
Trieste, che aveva già conseguito dal Cepell – Centro per il Libro e la Lettura, istituto autonomo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – la qualifica di “Città del Libro” e di ‘Città che legge’ per il 2017-2018, è stata riconfermata per il 2018-2019.
La “Città che legge” si impegna quindi a promuovere la lettura con continuità anche attraverso la stipula di un Patto locale per la lettura che preveda una stabile collaborazione tra tutti gli attori della filiera del libro e i promotori della lettura.
Tra le finalità del documento rientrano anche la promozione della lettura nelle carceri, negli ospedali, nei presidi sanitari e nelle case di riposo, per favorire la coesione sociale, il rapporto intergenerazionale e il benessere individuale e sociale; la conoscenza dei luoghi della lettura e delle professioni del libro nelle periferie e in luoghi inconsueti (mercati, piazze, parchi…); la lettura digitale; il dialogo interculturale; il coinvolgimento delle aziende e del privato sociale in specifici progetti e la valorizzare di processi di welfare aziendale attivi in città.
Le adesioni al Patto rimangono aperte a tutti i soggetti che condividono il principio che la conoscenza sia un bene comune, che il libro e la lettura, siano strumenti insostituibili di accesso alla conoscenza; individuano nella lettura una risorsa strategica su cui investire e un valore sociale da sostenere attraverso un’azione coordinata e congiunta a livello locale.
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