Perché prima l’Italia? È stato depositato uno studio multidisciplinare da parte di studiosi delle università della Basilicata, di Cagliari, Trieste e Sassari, che mette in relazione la diffusione del SARS-Cov-2 in Italia con le particolari condizioni climatiche, atmosferiche, ambientali, geografiche ed economiche che si ritrovano nella Val Padana, evidenziando delle similitudini con quelle di Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina. Il gruppo di ricerca è composto da ricercatori nel campo dell’urbanistica e della pianificazione (Ginevra Balletto - Università di Cagliari; Beniamino Murgante - Università della Basilicata), della geografia umana ed economica (Giuseppe Borruso - Università di Trieste) e della epidemiologia e della medicina (Paolo Castiglia e Marco Dettori - Università di Sassari).
Il lavoro svolto, realizzato in poco più di un mese, ha portato il gruppo a costruire un’ampia banca dati di indicatori relativi a clima, atmosfera, ambiente costruito, demografia e situazione medica della popolazione, nonché riferita agli aspetti più strettamente legati al SARS-Cov-2, quali contagi e decessi. Basandosi su metodi di analisi spaziale, il gruppo di lavoro ha ricostruito un inedito indicatore di mortalità da SARS-Cov-2 a livello provinciale, che ha confermato una mortalità superiore alle attese nel Nord Italia e nelle province padane in particolare, mentre nel resto d’Italia questa si è mantenuta in linea con l’anno precedente, se non inferiore. Sono state evidenziate delle relazioni molto forti tra questo indicatore, una scarsa qualità dell’aria e l’aumento del consumo di suolo, nonché con alcune caratteristiche dell’area, soprattutto l’ampia mobilità pendolare e la dimensione e la densità medie degli insediamenti.
Il lavoro è stato inviato alla rivista Sustainability ed è attualmente in fase di valutazione peer review sulla rivista MDPI - Sustainability. I pre-print sono stati depositati presso la banca dati ad accesso aperto “Preprints” e consultabile al seguente indirizzo: https://bit.ly/GeoCovid19