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Data: 
30/06/2018
Location: 
SISSA e Antico Caffè San Marco

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Credits: 
FelixMittermeier

Un seminario alla SISSA e un incontro al Caffè San Marco per ripercorrere l’attività e le idee di uno dei padri delle reti neurali, il cui impegno scientifico è stato inscindibile da quello civile, in particolare sulla questione israelo-palestinese

Un simposio e un incontro pubblico per ripercorrere l’attività scientifica, ma non solo, di un grande scienziato che è stato anche un convinto pacifista, il cui impegno politico e in difesa dei diritti umani, in particolare dei colleghi palestinesi, è stato uno dei punti cardine di tutta la sua esistenza. Sarà dedicata alla figura di Daniel Amit, fisico di formazione e uno dei padri fondatori degli approcci alle funzioni del cervello come sistema complesso, il doppio appuntamento intitolato “Remembering Daniel Amit, and Beyond” organizzato dalla SISSA - Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste il 30 giugno.

Al simposio che si terrà alla SISSA a partire dalle ore 9.30 parteciperanno scienziati e scienziate che hanno studiato e collaborato con il professore, nato in Polonia nel 1938, portato nel 1940 nella Palestina mandataria – passando per Trieste – dalla famiglia in fuga dai nazisti, cresciuto a Tel Aviv e diventato cittadino italiano nel 1999. Sarà l’occasione per illustrare i traguardi raggiunti oggi nel campo scientifico delle neuroscienze computazionali, ambito di ricerca di Amit, ma anche per ripercorrere il percorso umano e scientifico del professore, per parlare delle sue idee, dell’estrema fermezza con cui affermava lo stretto rapporto fra scienza, potere e forza militare, delle sue azioni per favorire il dialogo e l’incontro tra i popoli israeliano e palestinese.

Un impegno forte e appassionato, il suo, che verrà raccontato anche nel corso del secondo appuntamento, aperto al pubblico, che si svolgerà nella serata del 30 giugno a partire dalle 19.30 all’Antico Caffè e Libreria San Marco. Durante l’evento Cristiana Baldazzi, docente di letteratura araba dell’Università di Trieste, parlerà delle “voci dimenticate”, come quella di Ghassan Kanafani, giornalista, scrittore e attivista palestinese ucciso in un attentato nel 1972, che Daniel Amit, con la sua piccola casa editrice, aveva fatto tradurre in ebraico, per diffondere la consapevolezza, in Israele, dell’umanità del “nemico”. «Un tentativo amaramente fallito» dice Alessandro Treves, organizzatore degli eventi che si inseriscono nel programma della scuola estiva in neuroscienze TEX2018 organizzata alla SISSA. Trieste Encounters on Cognitive Science (TEX) è un appuntamento organizzato ogni anno dalla SISSA volto a esplorare temi di frontiera delle neuroscienze. Quest’anno la scuola è intitolata “Under the Surface of Memory Phenomena” ed è dedicata a esplorare le ricerche nel campo della nostra memoria, nell’uomo e negli animali fino ai modelli matematici e computazionali. «Dalle battaglie di Amit, che è scomparso nel 2007, poco sembra essere cambiato, se non in peggio. E lo dimostrano le difficoltà incontrata da diverse personalità palestinesi a partecipare a questo stesso simposio» continua Treves «Questo, per noi, è un ulteriore incentivo a ricordare il suo pensiero, come scienziato e come pacifista. E per guardare al futuro».

Docente presso il Racah Institute of Physics dell’Università Ebraica di Gerusalemme e professore di Reti Neurali presso la facoltà di fisica dell'Università “La Sapienza” di Roma, Amit nel corso della sua vita ha portato avanti azioni coraggiose e controcorrente. Come quando, negli anni Settanta, protestò pubblicamente per l’espulsione del collega fisico palestinese Hanna Nasser, presidente della palestinese Birzeit University, da parte dell’autorità di occupazione israeliana. Poco dopo, a Parigi, partecipò con Uri Avnery, col generale Matti Peled e con altri pacifisti israeliani ai primi incontri clandestini con esponenti dell’OLP, promossi dall’ebreo comunista egiziano Henri Curiel (cugino dell’eroe triestino della Resistenza Eugenio Curiel). Incontri non privi di rischi: il principale rappresentante dell’OLP che vi partecipò, il medico Issam Sartawi, fu assassinato nel 1983, forse dalla fazione estremista di Abu Nidal, mentre Henri Curiel era già stato assassinato nel 1978, non si sa bene da chi.

Un impegno continuato con innumerevoli prese di posizione a volte anche impulsive, come quando nell’aprile 2003, mentre le truppe alleate entravano a Baghdad, Daniel Amit decise di interrompere la collaborazione con Physical Review, rivista dell’American Physical Society, tranciando così tutti i rapporti ufficiali con la comunità scientifica statunitense. Non si era accorto che l’articolo che Physical Review gli aveva chiesto di valutare per la pubblicazione non era stato scritto da un esponente di quella comunità, bensì da un giovanissimo studente iraniano della SISSA, Yasser Roudi, in seguito vincitore del premio Kandel 2015 per le neuroscienze. «Talvolta agisco prima di riflettere», commentò asciutto Amit in quell’occasione.

Per rimarcare l’importanza di ciò che Daniel Amit ha detto e fatto si possono citare le parole scritte da Albert Aghazarian in una lettera indirizzata ai partecipanti al simposio del 30 giugno. Palestinese di origini armene, per 25 anni direttore delle pubbliche relazioni della Birzeit University, Aghazarian si è fortemente impegnato a rimarcare il ruolo di tutte le figure israeliane ed ebraiche che hanno sostenuto e lottato per la sopravvivenza di quell’accademia. «Tra queste” racconta Aghazarian «il primo è stato il Professor Amit che, incessantemente, scelse di scegliere piuttosto che subire le scelte e di essere propositivo piuttosto che aspettarsi delle proposte. Do quindi il mio pieno sostegno a ogni passo volto a celebrare questa grandissima figura e all’evento che gli offrirà il giusto tributo».


Crediti immagini: FelixMittermeier (CC) pixabay.com